L’evento programmato per l’11 maggio scorso al circolo PIGAL di Reggio Emilia si è svolto con un’ affluenza di pubblico superiore ad ogni previsione e di tutte le fasce d’età a dimostrazione che quando si consuma cultura la fruizione di essa non distingue tra giovani e vecchi.
“Pifferi violini e fisarmoniche”, secondo la regia di Bruno Grulli, voleva portare a conoscenza del variegato pubblico le musiche dei balli delle cosiddette Quattro Province eseguite col piffero di Gabriele Dametti e la fisarmonica di Franco Guglielmetti e ballate da alcuni ballerini venuti appositamente dalla val Trebbia in un ideale incontro con il vecchio liscio reggiano magistralmente interpretato dal violino di Emanuele Reverberi e dalla fisarmonica di Paolo Simonazzi.
Verso la fine della cena che ha preceduto il ballo le squillanti note del piffero di Dametti hanno rotto il silenzio dando il via ai saluti dei presidenti del Pigal, Ivano Ballarini, della Associazione degli Amici della Piva dal Carner, William Bigi ed alla colta introduzione di Marco Bellini sulla materia della serata dopodiché l’alternanza tra i balli piacentini e quelli reggiani, ha riempito la serata. Alcuni brani piacentini hanno lasciato di stucco il pubblico reggiano : la ”POVERA DONNA” in particolare, mentre tra i reggiani ha brillato il ballo della PIVA eseguito da Emanuele Reverberi con la ricostruita Piva dal Carner.
Il pubblico ha gradito sia i balli delle 4P, mai sentiti prima, che quelli reggiani che non conosceva nella versione violino-fisarmonica. La pista era piena e la gente, dimostrando di cogliere ciò che è la cultura del ballo popolare, ha gradito un’ atmosfera in cui in molti hanno ritrovato vecchi amici che non vedevano da anni senza nulla concedere alla nostalgia del “bel tempo andato”. Il noto fotografo reggiano Riccardo Varini, accompagnato da alcuni altri fotografi al seguito di FOTOGRAFIA EUROPEA ha prodotto una serie di servizi che verranno in seguito resi noti mentre LUCIANO FORNACIARI ha filmato la serata con 2 ore di riprese.
La redazione de la
Piva dal carner
Credo che ci sia bisogno (e non solo a Reggio) di proposte sistematiche legate alla cultura tradizionale nelle sue forme articolate. Quello che ha scritto sull’ultimo numero della Piva Glauco Sanga dovrebbe fare riflettere…
certo Gianpaolo credo che ce ne sia bisogno per proteggere la nostra identità, per difendere la nostra cultura popolare della quale siamo tributari per il mondo da cui proveniamo, non per nostalgia o per difesa della tradizione ma per dare un senso al nostro essere se vogliamo mantenere la nostra dignità.
CHE FARE ? A questo punto sembra impossibile rispondere ma credo che sia possibile mantenere le posizioni non concedendo nulla alla spettacolarizzazione, al rifiuto della filologia, alla approssimazione, ecc. L’associazione può fare qualcosa se ci chiariamo innanzitutto tra di noi.
anche questo sito può dare molto se usato come base per approfondimenti e per il lancio di nuove idee; perchè non pubblicate l’articolo di SANGA apparso sulla PdC ?
Mi pare che sia già leggibile nel n. 16/17 della Pdc, pubblicato in questo sito
Concordo, Bruno. In ogni caso occorrono punti di riferimento, attività, lavori da portare avanti, archivi compresi, che possono fornire materiale utile alla documentazione della cultura popolare di tradizione. Di più che cosa si potrebbe fare?
Bella ed interessante serata, alcuni brani e alcuni balli sono stati eseguiti in modo magnifico. Dispiace che siano state prese alcune libertà non concordate precedentemente con l’organizzazione… a parte questo iniziativa positivissima!
concordo con Bellini, la serata è stata interessantissima, forse era meglio farla senza cena e dare più spazio alla parte culturale. Io sono entrato dopo ed ho perso l’intervento introduttivo di Bellini ma sarebbe stato meglio presentare i singoli brani ed inquadrarli. Fuori luogo i balli in cerchio e concordo anche con Davide sullo stile del cantante.
DA RIPETERE con dovute correzioni.
Gentile Francesco, ora sono io a concordare con lei! Io credo che la soluzione giusta, con opportune “rivistazioni” sia quella di riprendere iniziative sullo stile di quelle, a mio avviso straordinarie, ideate da Bruno una decina di anni fa, svolte al Peri. Lì la Cultura (quella con la “c” maiuscola) la faceva da padrona, ed io (a parte l’autografo che chiesi di apporre, sulla mia vecchia copia di “Canti popolari della Val d’Enza e della Val Cedra”, ad un estremamente stupito M.o Conati) ricordo anche che mi divertii molto… Pertanto non credo che per farlo occorra necessariamente partecipare ad un balletto (per altro inventato e davvero fuori contesto perché non richiesto…). Non ho nulla in contrario per il fitness in genere o per queste formule se restano confinate a contesti di un certo tipo…
caro Marco, ti riferisci a “GIOVANI E VECCHI CONTINUATE AD ASCOLTARE” voluto da me ed Andrea Talmelli all’interno delle attività dell’ Archivio Etnomusicologico dell’ Istituto Peri e che vide la collaborazione di calibri come Gianpaolo Borghi, Alessandro Bencistà, I Suonabanda,Marcello Conati, Remo Melloni. Però già 10 anni fa quelle iniziative vennero osteggiate ed alcuni nomi mancavano all’ appello. Le iniziative vennero eseguite da una istituzione preposta a questo e non so fino a che punto l’Associazione degli amici della PdC possa agire in tal senso……..è una domanda
il cantante poteva far concorrenza a Fred Buscaglione per la disperazione dei nostri bravissimi musicisti
DAVIDE
non concordo con DAVIDE sul paragone con FRED BUSCAGLIONE……..aveva un alto stile
la grande affluenza di pubblico e l’entusiasmo con cui i partecipanti hanno dato seguito nel ballo non possono che sottolineare il giudizio positivo sulla serata. Alcune lacune ci sono state allorquando ci si è voluti allontanare dal percorso previsto dalla regìa ma il valore della iniziativa resta immutato.